martedì 16 febbraio 2010

Nella carceri italiane 1.579 morti in dieci anni: al Senato i familiari

I parenti delle vittime riuniti a Palazzo Madama
Ilaria Cucchi: «Troppi misteri sulla morte di Stefano»

ROMA - Dal dramma di Stefano Cucchi alla morte di Simone La Penna, 32enne stroncato dall'anoressia nel centro clinico di Regina Coeli, fino ad Antonio Fondelli, 52 anni, detenuto a Regina Coeli ucciso a inizio febbraio da una peritonite dopo il tardivo ritardo in una clinica. La storia delle morti dietro le sbarre una drammatica sequenza di vicende che non dovrebbero mai verificarsi in un Paese civile. Ed è il tema che martedì 16 i familiari dei detenuti che hanno perso la vita in cella sottoporranno all'attenzione del Parlamento e dei media in una conferenza stampa in programma al Senato.

TRAGICA CONTABILITA' - I decessi nelle carceri italiane sono stati 1.579 negli ultimi dieci anni. Durante l'incontro a Palazzo Madama, i parenti dei detenuti morti in cella forniranno i nuovi dati: si aggiorna così una tragica contabilità. «I figli, i fratelli, i padri, di queste persone - sottolineano in un comunicato - sono entrati in carcere, da vivi e sani, e ne sono usciti morti: cos'è successo mentre erano sotto la "custodia" dello Stato? Hanno subito violenze? Hanno avuto una malattia e non sono stati curati? Domande che loro da anni pongono, ma che non hanno avuto risposta o, più spesso, hanno avuto "risposte" che non hanno chiarito quasi nulla».

Alla conferenza stampa parteciperanno tra gli altri di Emma Bonino, vice presidente del Senato; Rita Bernardini, membro della Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati, Ignazio Marino, presidente della Commissione d'inchiesta parlamentare sul caso Cucchi, Donatella Poretti, senatrice e segretaria della Commissione Igiene e Sanità al Senato. Ci saranno anche Rita e Ilaria Cucchi, madre e sorella di Stefano. E con lei Valentina Ascione, Rudra Bianzino, Clara Blanco, Adriano Boccaletti, David Boccaletti, Rita Calore, Maria Ciuffi, Mario Comuzzi, Antonietta Di Sarro, Francesca Dragutinovic, Patrizia Favero, Rosa Federici, Ida Frapporti, Martina La Penna, Angela Lescai, Bruno Martini, Giorgio Naccari, Anna Petrillo, Roberto Poli, Daniele Sabiu, Cristiano Scardella, Ezio Sobrero, Claudia Sterzi, Fabio Tittarelli, Laura Traviotto.

RISULTATI DELLA TAC - Ricordando la morte di Stefano nel reparto detentivo dell'ospedale Pertini di Roma (ottobre 2009), Ilaria Cucchi ribadisce che nella vicenda «cominciano ad esserci troppi lati oscuri, non voglio parlare di misteri però effettivamente c'è qualcosa che comincia a non andarci bene: i miei genitori sono molto indignati soprattutto per il fatto che non ci hanno ancora consegnato i risultati dalla Tac».

«Noi abbiamo acconsentito alla riesumazione del corpo - prosegue - per eseguire quegli esami che in una prima autopsia non erano stati fatti; il corpo di mio fratello non può ancora riposare in pace perchè la salma non ci è stata ancora restituita, ma questa scelta per noi dolorosa sembra stata vana, dato che i nostri periti non possono analizzarne i dati».

L'ULTIMA LETTERA - Ma c'è ancora un fatto da chiarire, secondo Ilaria Cucchi: «C'è una lettera, scritta nelle ore prima di morire da mio fratello, come gesto estremo di richiesta di aiuto. Era indirizzata al Ceis, la comunità di recupero dove Stefano era stato per un periodo quando aveva affrontato il suo problema di tossicodipendenza. Ci siamo accorti noi dell'esistenza della lettera leggendo l'indagine del Dap. Nessuno ce ne aveva parlato prima, anzi: ci avevano detto che Stefano non voleva contatti con l'esterno. Purtroppo quella lettera arrivò troppo tardi e questo è il fatto più inquietante: la lettera, il cui indirizzo è scritto con una calligrafia diversa da quella di mio fratello, è stata spedita dal Pertini quattro giorni dopo la morte di Stefano».

Redazione online
16 febbraio 2010

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