martedì 2 febbraio 2010

Bassano del Grappa: sfregio ai martiri partigiani ·

SFREGIO ALLA STORIA

Bassano, divelte le croci dei martiri partigiani
La denuncia nel «Giorno della memoria». Sono un simbolo della furia nazifascista. Il sindaco: «Fatto grave»
La croce divelta e gettata nella siepe

BASSANO DEL GRAPPA (Vicenza) - Uno sfregio alla storia. E al dolore: due croci dei martiri divelte. Denunciato proprio durante il «Giorno della memoria», voluto per ricordare chi ha patito deportazioni e per lasciare traccia di sofferenze che hanno segnato intere generazioni che non vogliono (non possono) dimenticare. Denunciato in tutta la sua gravità da chi crede ancora nel profondo senso di quei giorni ma anche nella patria, i partigiani e gli alpini. Denunciato (e compiuto) in una città come Bassano del Grappa che molto più di altre, in Veneto come in tutta Italia, mantiene un’identità unitaria e tricolore che nasce proprio dalla storia, da quella contemporanea in particolare e da un tragico appuntamento con la morte nel settembre del 1944: 14 giovani fucilati dopo essersi scavati la fossa (il 24) e 31 impiccati in viale Venezia e via XX Settembre (il 26). Ma la tragedia non è bastata a salvare le croci che i bassanesi hanno voluto per non dimenticare.

Due di quelle croci sono state divelte nella notte fra lunedì e martedì, tolte dai paletti che si trovano lungo il camminamento di via Brigata Basilicata, continuazione del più noto viale delle Fosse, e che fino a qualche anno addietro si trovavano sugli alberi lungo la strada. Di una non c’è più traccia. L’altra è stata invece trovata in mezzo alla siepe che delimita il camminamento: è quella che riporta il nome del partigiano Silvio Martinello. Ignoti hanno agito nel buio, rendendosi responsabili di una profanazione che, in tutta la sua gravità, porta la mente al furto dell’insegna in ferro battuto con la scritta Arbeit macht frei (Il lavoro rende liberi), realizzata dagli stessi prigionieri del campo di Auschwitz, svitata e strappata un mese fa (e poi ritrovata). Lo smarrimento e lo sdegno, a Bassano, è profondo. Ad iniziare da chi, passando per la via si è accorto di quanto successo e ha subito chiamato Giuseppe Pettenuzzo, presidente della sezione locale dell’Anpi, l’associazione nazionale partigiani d’Italia che ha denunciato l’episodio alla polizia. Sono stati proprio gli agenti del vicequestore David De Leo a ritrovare una delle croci. «L’episodio credo che si commenti da sè, anche se ci ha lasciati del tutto attoniti - sostiene Pettenuzzo -.

Non si trovano infatti parole per definire l’episodio, che va del tutto al di fuori del buon senso e della civiltà. Fino a qualche anno fa le croci erano poste sulle pianta dove avevano perso la vita i partigiani. In seguito alla morte degli alberi, si era trovata una sistemazione provvisoria ponendole sui paletti e si stava iniziando un’azione di ripristino per ritrovare una collocazione adeguata. Quello che più ci fa male è che una delle due croci è per il momento scomparsa. Purtroppo non è facile asportarle, per cui chi ha compiuto il gesto ha anche impiegato tempo e forza». Anche il sindaco di Bassano, Stefano Cimatti, ha espresso il proprio sdegno per l’episodio, che ha lasciato attonita l’intera amministrazione. «Si tratta di un grave fatto, che colpisce tutta la città e che può essere stato compiuto solo da qualche mente disturbata. Quello che fa più male - commenta Cimatti - è che il gesto sia stato compiuto poco prima del giorno della Memoria, una giornata in cui si dovrebbero ricordare anche coloro che persero la vita a Bassano nel 1944. Purtroppo esistono persone in grado di simili gesti». Paolo Patruno

Tommaso Quaggio

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