martedì 2 febbraio 2010

L’università di Murcia vuole espellere uno studente per aver criticato l’organo di rappresentanza studentesca ed il processo di Bologna!


José Mateos Martínez rischia un’espulsione di ben dodici mesi per aver espresso le proprie idee. Oggetto della sua battaglia politica il consiglio degli studenti dell’Universidad de Murcia (CEUM), accusato, in diversi scritti presenti sul web, di essere uno strumento al servizio del rettore, di utilizzare il denaro pubblico in iniziative inutili, di aver ostacolato una reale presa di coscienza degli studenti sugli effetti dell’implementazione del processo di Bologna.

Diversi sono gli esempi citati da José per sostenere le proprie tesi. Innanzitutto l’opposizione del CEUM all’organizzazione di un referendum, sul modello di quelli tenutisi in altre università dello stato spagnolo, che permettesse agli studenti di esprimere la propria opinione sulla futura implementazione del processo di Bologna (posto in essere nello stato spagnolo proprio da quest’anno accademico). Le uniche iniziative dell’organo studentesco in merito sono state un appoggio totale ed acritico alle dichiarazioni che di volta in volta rilasciava il rettore. Tutto ciò non ci sorprende, visto che anche in Italia molto spesso i rappresentanti degli studenti servono solo come strumento di legittimazione delle logiche di potere che presiedono il sistema universitario.

Ma c’è di più. Proprio come i loro “colleghi” del bel paese, i rappresentanti del CEUM hanno speso una cifra notevole del budget a loro disposizione per un’iniziativa di chiaro ed eminente rilievo: un convegno sul concetto, le possibilità e le prospettive della rappresentanza studentesca. E ci potrebbe anche non esser nulla da opinare se non fosse per il fatto che l’incontro non è stato organizzato in aule universitarie ma in un hotel a quattro stelle! Gettando al vento migliaia di euro! Ma, come ha spiegato uno dei rappresentanti, in fondo non si tratterebbe che di un “piccolo capriccio” di chi, per tutto l’anno, non fa altro che occuparsi degli interessi degli studenti. Certo, il lusso e lo sfarzo di un hotel a quattro stelle sono la giusta gratificazione per chi serve così bene rettore ed organi dirigenti universitari!

Ebbene, José Mateos Martínez si è reso colpevole di aver criticato la politica del CEUM, di aver definito i suoi rappresentanti “sicari del rettore”, “venduti”, “banda di mercenari”, “miserabili”. La comunità accademica è insorta in blocco (rettore, consiglio di amministrazione e, naturalmente, consiglio degli studenti) per mettere il bavaglio alle critiche. L’università del Processo di Bologna dimostra di tollerare sempre meno il dissenso contro cui non ha problemi ad utilizzare gli strumenti della repressione che ha a disposizione. Solo nello stato spagnolo ricordiamo le cariche e gli arresti contro gli studenti che a Barcellona occupavano l’Universitat de Barcelona nello scorso marzo, l’imminente processo (8 febbraio) contro una ventina di attivisti che nel 2002 si resero “colpevoli” dell’occupazione del rettorato dell’Universidad de Sevilla, fino ad arrivare alla richiesta di espulsione di José Mateos Martínez. Quest’ultimo provvedimento trova tra l’altro il suo fondamento giuridico nel regolamento disciplinare del 1954, uno dei tanti lasciti della dittatura di Franco ancora in pieno vigore.

Nessun commento:

Posta un commento

yh

yh