martedì 2 febbraio 2010

DUE UFFICIALI ISRAELIANI INDAGATI PER L'UTILIZZO DI FOSFORO BIANCO A GAZA


Secondo quanto riporta il quotidiano Haaretz, un generale ed un colonnello dell'esercito israeliano, impegnati durante l'operazione Piombo Fuso nella striscia di Gaza, sono stati indagati per aver avallato la decisione di utilizzare bombe al fosforo bianco durante combattimenti in una zona densamente popolata.
L'episodio in questione si è verificato il 15 gennaio 2009, due giorni prima della fine dell'operazione, a Tel al-Hawa quartiere meridionale della città di Gaza.

Come ha ammesso un portavoce dell'esercito israeliano, nel corso di un conflitto a fuoco tra militanti di Hamas armati con potenti missili anticarro, i due graduati avevano deciso di utilizzare munizioni al fosforo bianco per rendere più difficile la visibilità ai combattenti di Hamas meglio posizionati rispetto alle forze di difesa israeliane.
L'episodio è stato denunciato dalla associazione delle Nazioni Unite UNRWA che si occupa di assistenza sanitaria alla popolazione civile palestinese in quanto un proprio convoglio era rimasto intrappolato negli scontri ed un suo operatore umanitario aveva riportato gravissime ustioni proprio a causa dell'utilizzo del fosforo bianco.
La stessa fonte dell'esercito israeliano ha difeso l'operato dei militari affermando che Israele non ha mai violato le convenzioni internazionali sulla guerra utilizzando tale tipo di armi solo in zone scarsamente abitate e che le munizioni al fosforo bianco sono in dotazione a moltissimi eserciti delle potenze occidentali.

Gaza dopo i raid
In seguito a questa denuncia ed a moltissime altre presentate da organizzazioni non governative, il Capo di Stato Maggiore Israeliano, ossia il generale Gabi Ashkenazi, al termine dell'operazione Piombo Fuso, aveva istituito cinque commissioni di inchiesta che hanno indagato su 150 presunti episodi di comportamento scorretto da parte di soldati contro civili e proprietà palestinesi. Erano stati ascoltati 500 militari e 100 palestinesi le cui testimonianze hanno portato all'apertura di 86 procedimenti penali tuttora in corso.

Anche l'Onu aveva istituito una commissione guidata da Richard Goldstone accertando dodici nuovi casi di presunte violazioni dei diritti umani da parte dell'esercito israeliano. Proprio grazie al rapporto di questa commissione consegnato al governo israeliano a settembre 2009, è stata istituita una nuova inchiesta che ha portato alla denuncia dei due ufficiali.

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